SEPARAZIONE E FIGLI CONTESTI
- Avv. Patrizia Chippari
- 15 lug 2014
- Tempo di lettura: 3 min
SEPARAZIONE E FIGLI CONTESI Nella separazione coniugale una problematica molto rilevante e che ha gravi implicazioni è la "contesa dei figli". Le implicazioni di cui trattasi sono legali ma di portata maggiore lo sono quelle psicologiche. In particolar modo nelle separazioni giudiziali, aspre, conflittuali, lunghe, snervanti ( e costose!), coloro che soffrono sono i minori. Spesso accade nei rapporti e nelle separazioni conflittuali che i genitori “si servano” dei figli per vendetta, per ripicca,per far dispetto al coniuge. Tali azioni, perpetrate allo scopo di “far male al coniuge” e/o di ottenere un mantenimento maggiore o di non consentire all’altro genitore di poter esercitare la genitorialità sono ALTAMENTE LESIVE ALLA CRESCITA E ALLO SVILUPPO PSICOLOGICO DEI FIGLI. Quanto si sta per affrontare viene definito PARENTAL ALIENATION SYMDROME La PAS è quel disturbo che insorge normalmente nel contesto delle controversie per la custodia dei figli, definito in tre gradi, in ordine crescente di influenza, ciascuno da trattare con uno specifico approccio sia psicologico sia legale. La PAS sarebbe frutto di una supposta «programmazione» dei figli da parte di un genitore patologico (genitore cosiddetto «alienante»), sorta di lavaggio del cervello che porterebbe i figli a perdere il contatto con la realtà degli affetti, e a esibire astio e disprezzo ingiustificato e continuo verso l’altro genitore (genitore cosiddetto «alienato»). Le tecniche di «programmazione» del genitore «alienante» comprenderebbero l’uso di espressioni denigratorie riferite all’altro genitore, false accuse di trascuratezza nei confronti del figlio, violenza o abuso (nei casi peggiori, anche abuso sessuale), la costruzione di una «realtà virtuale familiare» di terrore e vessazione che genererebbe, nei figli, profondi sentimenti di paura, diffidenza e odio verso il genitore «alienato>>. I figli, quindi, si alleerebbero con il genitore «sofferente»; si mostrerebbero come contagiati da tale sofferenza e inizierebbero ad appoggiare la visione del genitore «alienante», esprimendo ― in modo apparentemente autonomo ― astio, disprezzo e denigrazione verso il genitore «alienato». Tale «programmazione» distruggerebbe la relazione fra figli e genitore «alienato» in quanto i primi potrebbero giungere a rifiutare qualunque contatto, anche solamente telefonico, con quest’ultimo. Perché si possa parlare di PAS è necessario tuttavia che detti sentimenti di astio, disprezzo o rifiuto del genitore, da parte del figlio, non siano giustificati, giustificabili, o rintracciabili in reali mancanze, trascuratezze o addirittura violenze del genitore «alienato» Gli aspetti di genitorialità nelle separazioni potrebbero essere chiaramente definiti, se si potesse comprendere appieno il concetto che, nella famiglia, esistono due "entità di coppia", distinte per diritti, doveri e responsabilità reciproche: la "coppia coniugale" e la "coppia genitoriale". Il "conflitto coniugale", quindi, non necessariamente può (o deve) scatenare anche un "conflitto genitoriale", ed eventuali contrasti fra le due entità potrebbero essere affrontati con l'ausilio della mediazione familiare. Forse sarebbe meglio dire che il conflitto coniugale NON DEVE o quantomeno NON DOVREBBE mai giungere ad essere un conflitto genitoriale!! In parte, le regole che governano l'evento "separazione" e la causa legale di separazione dei coniugi possono contribuire a creare il problema. Per governare il mondo degli affetti ci si appoggia a volte infatti a un "sistema globale degli antagonismi", a meccanismi di conflitto giudiziario, a una "verità processuale" con tanto di parte vincente contrapposta alla parte soccombente. Si tenga MOLTO presente che la verità processuale e/o giudiziaria non è mai la verità della realtà, della concretezza. I parametri utilizzati nelle aule giudiziarie sono ben diversi dai parametri sociali. Invero, però, la legge 54/2006 relativa all'affido condiviso dei figli ha fatto in modo di lenire parzialmente la problematica ma, come ho già avuto modo di esplicare il tutto dipende DAI GENITORI e dal LORO PORSI NEI CONFRONTI DEL CONIUGE E DELLA PROLE Infatti, nel contesto giudiziario e, più in generale, all'interno del "sistema globale degli antagonismi", i figli assumono spesso il ruolo di "civili inermi" in una guerra di dominio: veri sconfitti di una visione ideologica che individua un nucleo coniuge/genitore/figli nel ruolo della vittima, e il coniuge/genitore soccombente nel ruolo del carnefice violento e crudele. Un distacco dalla realtà degli affetti genitoriali, che - secondo le teorie di merito - potrebbe scatenare la Sindrome di Alienazione Genitoriale quando un genitore arriva a percepire i figli come non-persone: come mezzi, cioè, per acquisire maggior potere nel conflitto, oppure come strumento per dare sfogo e soddisfazione a sentimenti di rabbia e disagio propri della "coppia coniugale". È il passaggio all'atto, il superamento della percezione e la perdita dei confini del Sé, l'uso diretto dei figli come "arma relazionale" nel conflitto della "coppia coniugale", uno dei fattori che può portare all'insorgenza della PAS. QUINDI: cari genitori/coniugi in lite sappiate che l’altro genitore anche se viene odiato, detestato per ragioni relative al rapporto di coppia, rimane sempre un GENITORE e nella sua qualità deve ( ne ha il diritto) esercitare le sue funzioni ( ovviamente se ne ha le capacità, ed i casi clinici di mancanza della predetta qui non vengono esaminati).